Coscienza e verità. 5ª Domenica di Pasqua (B)
L’unico modo per «avere la coscienza in pace» è rimanere nella Verità, ovvero: non interrompere il legame e il rapporto intimo con Dio.
Contenuti che riguardano l’argomento “obbedienza”
L’unico modo per «avere la coscienza in pace» è rimanere nella Verità, ovvero: non interrompere il legame e il rapporto intimo con Dio.
Si chiamano “Atti degli apostoli”, ma il protagonista è lo Spirito Santo, che può contare su una Comunità capace di ascolto e obbedienza.
Quando Maria si proclama «la serva del Signore» ha certamente nel cuore l’immagine del Servo di Jahvè: è quello il modello che vuole seguire.
È Gesù che ha ordinato di annunciare il Vangelo, e quindi non possiamo tacere. Ma – se dovessimo tacere noi – «grideranno le pietre»!
Il discepolo è colui che prima di parlare ascolta attentamente: noi discepoli del Risorto dobbiamo ascoltarlo attentamente, soprattutto in questi giorni.
In Giuseppe il desiderio di ogni uomo di mettere al mondo una discendenza si è trasformato nello scoprirsi padre in modo ancora più alto.
Il problema del non ascoltare non risiede nelle orecchie, ma nel cuore, che è ostinato e indurito. Accogliamo l’invito ad accogliere la voce del Signore!
Che Dio sia premurosamente vicino al Suo popolo è evidente nel dono della Legge. Per non dimenticarlo, occorre insegnarla di generazione in generazione.
L’unico modo per amare davvero è metterci tutto il cuore e tutta l’anima. Ma perché ci pesa così tanto se a chiedercelo è il Signore?
Osservare attentamente le indicazioni del Signore è segno di amore e rispetto verso Dio e un modo per portare frutti di vera conversione.