Pietro, io ho pregato per te. Solennità dei Santi Pietro e Paolo

Pietro, io ho pregato per te

Portare lo stesso nome del grande apostolo Pietro è una grande responsabilità. Ma è anche una grande consolazione ritrovare in lui le mie stesse fragilità

Letture: At 12,1-11; Sal 33 (34); 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19

Oggi è la solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo, e – dunque – il giorno in cui guardare con ammirazione al mio santo protettore e invocarlo particolarmente nella preghiera, perché interceda per me.

«Nomen est omen»

Portare il nome di un apostolo così grande è un peso enorme… ma anche una grande consolazione.

Ritrovo in me esattamente le stesse fragilità del mio Patrono: la stessa testardaggine, cocciutaggine, sfrontatezza nel promettere cose mirabolanti per poi capitolare di fronte alla prima e più piccola difficoltà o minaccia (cfr Gv 13,36-38)…

La forza della preghiera… di Gesù

E ciò che mi consola di questo, non è certo il dire: «mal comune, mezzo gaudio!», ma il ricordare che – proprio perché conosce la mia fragilità – il Signore non smette mai di pregare per me:

«Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22,31-32).

L’Amore vince ogni cosa

Ho trovato tanta consolazione anche nella lettura di questo discorso di Sant’Agostino, questa mattina nell’Ufficio di Letture:

«Non rattristarti, o apostolo. Rispondi una prima, una seconda, una terza volta. Vinca tre volte nell’amore la testimonianza, come la presunzione è stata vinta tre volte dal timore. Deve essere sciolto tre volte ciò che hai legato tre volte. Sciogli per mezzo dell’amore ciò che avevi legato per timore. E così il Signore una prima, una seconda, una terza volta affidò le sue pecorelle a Pietro» (S.Agostino, Discorso 295).

San Pietro, prega per me

Ecco, caro apostolo Pietro, così forte e – insieme – così fragile, con la tua intercessione aiuta anche a me, di fronte alla ben più che triplice domanda del Signore «mi ami tu?», a rispondere con sincerità:

«Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene» (Gv 21,17).