Lampada per i miei passi. 3ª Domenica del Tempo Ordinario (A)

Lampada per i miei passi è la Tua Parola

Non posso lamentarmi che la mia vita brancoli nel buio se Dio non è «lampada per i miei passi», se non apro il cuore alla Luce che è Cristo, Parola eterna

Letture: Is 8,23-9,3; Sal 26 (27); 1Cor 1,10-13.17; Mt 4,12-23

In questa terza domenica del Tempo Ordinario la Chiesa celebra per la prima volta la “Domenica della Parola di Dio”, voluta e istituita da Papa Francesco con la lettera apostolica Aperuit illis. Ed è bello che il tema conduttore delle letture sia la luce.

Il dono della luce

«Il Signore è mia luce e mia salvezza» ci fa ripetere il ritornello del Salmo Responsoriale. È la risposta corale all’annuncio gioioso di Isaia che l’evangelista Matteo vede realizzarsi nell’inizio del ministero pubblico di Gesù:

Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse
.

Se non fosse che Giovanni l’avrebbe scritto diversi anni dopo, si potrebbe proprio dire che Matteo stia parafrasando il Prologo del Quarto Vangelo (che abbiamo ascoltato due volte nel Tempo di Natale):

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio…
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta…
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo
(cfr Gv 1,1-9).

Quanti chiedono luce nella loro vita? Quante volte ci diciamo: «vorrei riuscire a far luce in questa situazione…»?

La nostra luce è Cristo

Quella luce è Cristo, il Verbo (la Parola) che è disceso dal cielo e si è reso visibile agli uomini, proprio nel momento in cui le tenebre erano più fitte e profonde (non è un caso che il brano di Isaia della prima lettura si ascolti anche la notte di Natale).

La Parola eterna del Padre – da secoli solo intuita – ora si è resa visibile, udibile, toccabile. Dice infatti l’incipit della Lettera agli Ebrei:

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo (Eb 1,1-2).

Proprio quello che è successo a partire dall’Incarnazione, quando la Parola è venuta incontro all’uomo in carne ed ossa:

E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi
(Gv 1,14).

Adesso cambia tutto

Ora la Parola è un uomo che cammina sulla riva del mare di Galilea, con una voce e uno sguardo capaci di catturare. Ecco perché smuove i cuori e la vita degli uomini: quattro semplici pescatori obbediscono senza indugio a quel «Venite dietro a me».

Adesso di questa Parola ci si può fidare, ciecamente, senza tentennamenti, perché è viva, si compie nello stesso istante in cui viene proferita, come quella di Dio nella creazione:

Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu (Gen 1,3).

Adesso – se la ascoltiamo con fede – questa Parola apre anche i nostri occhi, e possiamo dire (come i tanti ciechi del vangelo guariti da Gesù): «ero cieco e ora ci vedo» (Gv 9,25).

Come la Parola creatrice di Dio, la Parola potente che è Gesù opera meraviglie, all’istante:

Gesù gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto l popolo, vedendo, diede lode a Dio (Lc 18,40-43).

Un sacco vuoto non sta in piedi

Quante persone mi confidano: «vedo tutto buio nella mia vita, non trovo un senso». E andando a fondo nel dialogo mi accorgo che il motivo è principalmente uno: quelle persone non pregano, non leggono e non ascoltano la Parola.

Non nutrono il loro spirito e il loro cuore. E – si sa – «un sacco vuoto non sta in piedi».

Perciò non hanno altro nella loro vita che il loro buio, i loro pensieri di delusione e sconforto, e l’unico Dio che riescono ad immaginare è una figura lontana, confusa, di cui aver paura e su cui non si può far affidamento. Non certo il Padre Buono Celeste che ci ha fatto conoscere Gesù.

«Lampada per i miei passi»

Tutti viviamo nelle tenebre, a causa del nostro peccato e delle nostre fragilità… ma per tutti è vera la profezia che abbiamo ascoltato due volte oggi:

Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta
.

Se alzandoci al mattino – prima ancora del caffè e latte – ci nutrissimo di questo cibo sostanzioso, credendo davvero che ci farà stare bene (con la stessa convinzione con cui iniziamo una dieta suggerita dall’ultimo luminare tra i nutrizionisti), quante cose cambierebbero nella nostra vita?

Ve lo posso dire con sincerità (perché lo sperimento ogni giorno nella mia vita): è vera la stupenda affermazione del Salmo 119:

Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino
(Sal 119,105).

In questa “Domenica della Parola” chiediamo al Signore che sia proprio così, anche per noi, ogni giorno.